Il musicoterapeuta Claudio Niniano ha parlato in esclusiva a DIESIS dandoci un parere sulla sua attività e sui vantaggi ad essa connessi.

Ciao Claudio! Come si diventa musicoterapeuta?

Prima di tutto  bisogna avere una formazione musicale. Si fa un corso di laurea di tre anni in cui ci sono delle parti di psicodinamica. C’è un anno di tirocinio, dopo di che si scrive una tesi e si è abilitati alla professione.

Quali sono stati gli stimoli che ti hanno portato a intraprendere questa attività?

Faccio questo lavoro dal 2014. Sono musicista da tanti anni e sicuramente è qualcosa in cui credo. Molto importante nel mio percorso è stata la parte relazionale con la musica. Sono stato stimolato dal vedere la musica dal punto di vista di unione tra le persone, al di là del fattore estetico.

Ci sono stati episodi che ti hanno portato a fare questa scelta?

Suono da quando ho 11 anni, mi sono sempre emozionato e sentito a mio agio. Ho costantemente trovato importante comporre musica originale.  La mia principale priorità è esprimere qualcosa di particolare che avevo dentro.

Hai avuto  nella maggior parte dei casi problemi o vantaggi?

Sono stato fortunato perché ho sempre avuto a che fare con gente predisposta. La gente ha avuto la possibilità di riavvicinarsi proprio grazie alla musica.

Hai trovato qualcuno che ti ha raccontato qualche esperienza particolare?

Mi ricordo di un signore che non aveva mai suonato e insieme abbiamo scritto una canzone. Ha ricordato un momento felice di quando è andato a vedere una partita di calcio in Spagna con i suoi amici. Insieme mi ha suggerito dei versi  con cui ci siamo impegnati a comporre una nuova canzone.

Nel concreto, come si struttura un incontro di musicoterapia?

Prima di tutto ci si conosce. Ognuno ha una sua identità sonora. Bastano semplici strumenti e si può provare a stare insieme anche attraverso il semplice suono. Come spunto può anche bastare un’immagine.

Cosa ti aspetti di ricevere da questo corso?

Mi aspetto tante sorprese. Mi piace l’avventura. Ognuno attraverso la musica può esprimere a suo modo sensazioni inesplorate. E’ infatti possibile conoscersi e comunicare sentimenti o pensieri attraverso proprio l’elemento musicale.

Come si riesce a convincere chi è poco convinto?

La migliore arma è il sorriso. Nel mio lavoro il rifiuto è purtroppo una possibilità e bisogna accettarlo. Non ci sono tecniche particolari però importante è ascoltare e non tralasciare nessun segnale esterno, anche se apparentemente strano, perché può sempre essere istruttivo.

Hai avuto esperienze con altri autistici?

Ho fatto tirocinio in una struttura dove c’erano persone in età di sviluppo, principalmente bambini autistici. Molti non parlavano proprio e  infatti abbiamo lavorato tanto con la musica per migliorare proprio il coinvolgimento globale di tutto il gruppo.

Qual è la parte più difficile del tuo lavoro?

È difficile quando incontro qualcuno con un linguaggio tanto diverso dal mio. Occorre molto sforzo per venire incontro a quel qualcuno.

Si può ascoltare musica rilassante così da aiutarsi nel gestire l’ansia?

Nel laboratorio si può inserire un momento di rilassamento. Verranno selezionate delle musiche, in cui ognuno trova una posizione comoda. E’ possibile inoltre dedicarsi ad un momento di rilassamento con degli ascolti collettivi. Possono  anche aiutare musiche classiche tipo Mozart.

Attraverso la musica si possono anche migliorare  le proprie capacità motorie?

Alcuni movimenti, come suonare i tamburi in un certo modo, possono creare percorsi nuovi. In un certo senso è possibile muoversi nello spazio suonando degli strumenti.

Che effetti ha  la musica sul corpo?

Se all’interno del setting ci sono sensazioni positive ne beneficia anche il corpo, con sensazioni simili a quelle provate dopo una buona performance sportiva. L’importante è che ognuno si senta incluso, indipendentemente dalla bravura nel suonare. Il principale segreto è infatti esplorare e comunque bisogna proteggersi vicendevolmente, perché insieme si cercherà di fare qualcosa che faccia stare bene tutti.

Qualche brano o musicista ti ha segnato in particolare rispetto ad altri?

Tra i tanti in particolare mi è rimasto impresso Miles Devis. Lui è stato in grado di usare la musica in modi diversi a seconda delle varie situazioni. Rimanendo sempre fedele a sé stesso è stato in grado di adattare il suo linguaggio nel tempo.

 

Autore: Davide Carrieri